Dall'euro alla neuro.

In Politica conta l'onestà, ma a differenza di quello che affermano gli strilloni di professione, come Di Maio e Di Battista, si tratta dell'onestà intellettuale.
La coerenza politica è la declinazione pratica dell'onestà intellettuale ed è indice di serietà personale del leader politico che aspira a essere statista. Chi ha visione politica non cambia idee spesso proprio perché prima di esporre il proprio progetto al suo Popolo ha studiato bene tutte le implicazioni pratiche del medesimo.
ll tema dell'Europa è cruciale in questo senso e in questo momento storico. ll progetto europeo nasce (o meglio si concretizza) dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale e intende mettere insieme Germania e Francia per evitare una nuova catastrofe, con l'ingresso anche di Italia e del Benelux. Dal carbone si passa al mercato comune. Qui nasce l'irrisolto problema del deficit democratico e la querelle tra Europa economica ed Europa politica. Passo dopo passo si costruisce una Europa più ampia (allargamento) pur a disparità di condizioni (doppia velocità e cerchi concentrici). Si giunge con il Trattato di Maastricht ai tre pilastri della costruzione europea, che poggiavano su differenti punti di equilibrio tra metodo comunitario e metodo intergovernativo, superati nel 2007 dal Trattato di Lisbona, che fu redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata dai referendum francese e olandese del 2005.
Il Trattato di Lisbona prevede il diritto di recesso dall'Unione Europea. Il Regno Unito ha notificato l'intenzione di recesso a seguito di referendum. Viene anche previsto il diritto di sospensione di diritti europei di uno Stato membro per gravi violazioni dei principi fondatori dell'Unione Europea.
Anni fa, nel suo Tour "Basta Euro" Salvini propugnava lo slogan "Prima il Nord" affermando che "chiunque vuole uscire dall'euro è mio amico" e che "uscire dall'Europa è il passaggio ulteriore", concludendo che "una volta usciti dall'Europa si pensa all'indipendenza del Veneto e della Lombardia".
In altre parole, prima si esce dall'Europa e poi si divide l'Italia, diventata irrilevante in Europa. Quindi Salvini non solo è nemico dell'unità europea ma è anche nemico dell'unità d'Italia, unica e indivisibile.
Savona invece è favorevole a un'Europa unita politicamente, ma il suo errore politico fu quello di credere che l'unità monetaria passasse prima dall'unione monetaria.
All'epoca sostenni che non ci può essere unione monetaria senza unione politica e che bisogna prima colmare il deficit democratico.
Ora Savona ha capito che l'euro senza unione politica porta ai problemi che conosciamo (e non certo per il vincolo di bilancio in sé) e ritiene che se non si rinegoziano tali vincoli, allora tanto vale uscire dall'euro (piano B).
A Salvini interessava solo il nome di Savona per creare il casus belli con Mattarella (con i due ingenui Di Maio e Meloni a chiedere un inesistente e assurdo impeachment) e avere la chiave di porco per uscire dall'euro, perché sa che non si può rinegoziare con Bruxelles l'aumento del deficit nazionale per mantenere le promesse elettorali del reddito di cittadinanza e della flat tax, se non con l'aumento dell'IVA a seguito dell'applicazione della clausola di salvaguardia.
Meraviglia invece il voto grillino e della destra missina che accetta di fare accordi con chi vuole dividere l'Italia con la secessione dopo l'uscita dall'Europa.
Riuscirà Salvini nel suo folle progetto politico di uscire dall'euro, che ha definito "moneta criminale", anche per decreto.
Un politico così è irresponsabile, perché uscire dall'euro significa uscire dall'Europa, avere inflazione galoppante, anche per finanziare l'assistenzialismo dimaiano, e svalutazione della moneta, per sostenere l'esportazione di prodotti che però saranno non comunitari (e quindi non in libera pratica).
Se lo si ferma in tempo, non ci riuscirà.
Ma bisogna anche fermare Di Maio, che è disposto a tutto pur di lavorare (in politica).

© Mauro Cavalli
cavalli@maurocavalli.eu


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Legittimo affidamento e posizione di garanzia del politico.