Il bluff gialloverde.
Siamo
arrivati alla calata delle carte. Mattarella
ha deciso di vedere il bluff. Ora il cerino è nelle mani di Salvini.
Salvini è
il segretario di un partito, la Lega, che in passato propugnava la secessione del
Nord dall’Italia. Trasformato il partito da “nordista” a “sovranista”,
ora propugna la “secessione”
dall’Italia dall'Europa. Ciò attraverso l’uscita dall’euro.
I
motivi sono meramente di interesse partitocratico. Salvini ha prima ingannato gli elettori di centrodestra confidando
nella sponda grillina contro Berlusconi
(e l’appoggio mediatico di Davigo e Travaglio) e contro Renzi (e l’appoggio dei “pasdaran” dell’onestà).
Ottenuta
la leadership della coalizione, come da accordi elettorali, ha trattato la
formazione da solo come segretario della Lega. La “soap opera” che è stata inscenata tra lui e Di Maio è sotto gli occhi di tutti.
Trovato
l’accordo politico, chiamato impropriamente “contratto”, ha accettato che il Presidente del Consiglio fosse di area
pentastellata, purché tecnico e comunque senza alcuna esperienza politica.
Mattarella ha
capito il bluff, e dopo averci pensato bene, ha deciso di rilanciare, lasciando
a Conte, già criticato dalla stampa
estera per il suo basso profilo, il compito di convincere Salvini che sul nome di Savona
avrebbe esercitato le sue piene prerogative costituzionali.
Credo
che la mossa del nostro Presidente della Repubblica non sia un bluff.
Ora Salvini e Di Maio, che hanno giocato la partita in maniera spregiudicata
sulla pelle degli Italiani con le loro false promesse, devono calare le loro
carte.
Devono
dire chiaramente se intendono rispettare i vincoli di bilancio e restare in
Europa o se intendono procedere sulle loro proposte di reddito di cittadinanza
e riduzione delle imposte con l’aumento di spesa pubblica e inflazione.
Se
vogliono questo, devono chiederlo agli Italiani andando alle elezioni in
autunno. E devono andarci insieme, con una coalizione gialloverde.
Vediamo
allora se hanno le carte per superare il vincolo del “doppio mandato” e della collocazione “arcobaleno” del Movimento Cinque Stelle (Di Maio) e per scalare il centrodestra su posizioni antieuropee (Salvini). Solo vincendo insieme
potranno governare.
Ma
questa volta ci sarà la diga contro chi vuole portare l'Italia fuori
dall'Europa.
© Mauro
Cavalli
Commenti
Posta un commento