Il gioco delle tre carte e i due forni.

Oggi è andata in scena una ulteriore puntata della tragedia politica italiana. Cottarelli non ha sciolto la riserva, perché nemmeno con lo spread schizzato Di Maio e Salvini hanno dimostrato senso dello Stato, con il primo che minaccia la messa in stato di accusa di Mattarella e il secondo che minaccia di marciare su Roma.
Poi tutto si è bloccato perché nessuno ha voglia di andare alle elezioni per paura. Di Maio sognava di fare il "premier" e ora teme Di Battista per il vincolo del doppio mandato, Salvini sognava di fare il "premier" facendo l'opa prima sul centrodestra e poi sull'alleanza gialloverde.
Per riuscirci entrambi avevano necessità di porre il veto su Berlusconi (il Movimento Cinque Stelle) e su Renzi (la Lega). Ecco allora apparire la teoria dei due forni. Di Maio ha trattato con Salvini e Martina, Salvini con Di Maio e Berlusconi. Renzi ha chiuso il forno piddino, mentre Berlusconi ha chiuso quello leghista (o meglio l'ha lasciato semiacceso).
Con i due forni gialloverdi accesi i due novelli statisti hanno pensato a come fregarsi l'uno con l'altro. Se veramente avessero voluto governare per il bene del Paese avrebbero lasciato da parte le ambizioni personali e avrebbero indicato un Presidente del Consiglio politico (quindi non Conte) con Ministri economici di appurata fede europeista (e quindi non Savona).
Invece i due spregiudicati hanno fatto il gioco delle tre carte. Entrambi volevano fare saltare il Governo prima ancora di nascere, poiché era sufficiente spostare Savona su un altro Ministero. Salvini sapeva che Mattarella non avrebbe potuto accettare il suo diktat.
Ora è inutile perdere altro tempo.
O si dà l'incarico a Salvini (con il "contratto di Governo" gialloverde) o si torna alle urne. Vedremo se Di Maio accetterà di essere il vice di Salvini (io credo di no). Altrimenti vedremo se alle prossime elezioni Movimento Cinque Stelle e Lega si presenteranno uniti in coalizione con il loro "contratto di Governo" e il loro candidato Presidente del Consiglio dei Ministri (quale?).
E sopratutto se diranno chiaramente che sono contrari all'uscita dall'euro.

© Mauro Cavalli
cavalli@maurocavalli.eu


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